L'Agriturismo Villa Asiola si trova in una zona centrale rispetto a molte località turistiche della zona. In pochi minuti di automobile è possibile raggiungere Grado e Sistiana, spiagge molto famose per il turismo balneare. E' anche possibile visitare città d'arte come Aquileia, Palmanova, Gorizia e Trieste, con i loro castelli e monumenti. Oltre alle località che trovate in questa pagina (anche sulla mappa della zona), il personale sarà sempre in grado di consigliarvi i luoghi da visitare in base alle vostre esigenze.
Fondata nel 181 a.C. come colonia di diritto latino in un territorio influenzato da più culture e da poco occupato dai Galli Transalpini, la città dapprima crebbe quale base militare per le campagne contro gli Istri, e contro vari popoli, fra cui i Carni e poi per l'espansione romana verso il Danubio.
Nonostante la Crisi del III secolo vi si ripercutesse dolorosamente, la città, sede di numerosi uffici e istituzioni autorevoli, risultava ancora, alla morte dell'Imperatore Teodosio (395), la 9° città dell'Impero e la quarta d'Italia, celebre per le sue mura e per il porto. Nel IV-V secolo a.C. si intensificarono le presenze imperiali e molti scontri sanguinosi risolsero contese fratricide (Costantino II, 339; Magnenzio, 350) o episodi di usurpazione: Teodosio vi sconfisse Magno Massimo (388); Valentiniano III uccise Giovanni (425).
Aquileia resistette alle ripetute incursioni di Alarico (401, 408) ma non ad Attila che in seguito ad un incidentale crollo di un muro di fortificazione riuscì a penetrare nella città devastandola (452) e, si dice, facendo spargere sale sulle sue rovine. Sopravvissero l'autorità della sua chiesa e il mito di una città ch'era stata potente, benché ormai il suo dominio diretto si limitasse ad un territorio di mediocre estensione che aveva i suoi punti di forza nell'area urbana con lo scalo marittimo e nel borgo di Grado. Quest'ultimo si sviluppò ed acquistò un'importanza sempre maggiore a seguito dell'invasione Longobarda del 568. Da quel momento la regione di Aquileia venne suddivisa fra romano-bizantini (che ne occuparono la zona litoranea) ed i Longobardi (la parte interna). La città tuttavia continuò a dare il suo nome al patriarcato omonimo, anche quando, nel XV secolo fu occupata dai Veneziani. Nel 1509 fu annessa al Sacro Romano Impero, seguendo successivamente le sorti degli Asburgo (salvo una breve parentesi napoleonica), fino alla sua definitiva riunione al resto del Friuli ed all'Italia immediatamente dopo la I Guerra Mondiale.
Già porto romano a servizio di Aquileia e "castrum", si sviluppò attorno al 452 quando molti abitanti della vicina metropoli si rifugiarono sull'isola per sfuggire alle orde degli Unni guidati da Attila; nel 568, in seguito all'invasione dei Longobardi in Friuli, il Patriarca Paolino vi trasferì la sede del Patriarcato di Aquileia. Dagli inizi del VII secolo si ebbero due sedi patriarcali: Grado, fedele a Roma, ed Aquileia, allontanatasi dall'obbedienza papale e pertanto considerata scismatica (ma i patriarchi di quest'ultima, ridottasi a poco più di una borgata, preferivano soggiornare a Cividale, a Cormons o in altri centri friulani). La decadenza di Grado iniziò con la ricostruzione della città di Aquileia (a cavallo fra il IX ed il X secolo), ma soprattutto con l'ascesa di Venezia, che divenne, a partire dal XII secolo, residenza abituale dei patriarchi.
Nel 1891 nasce a Grado Biagio Marin, noto poeta e il massimo cantore dell'isola. Il poeta si è sempre espresso nel dialetto locale, il graisán, che appartiene alla famiglia dei dialetti veneti, ma mantiene tratti arcaici.
La sua posizione centrale non passò inosservata alla Serenissima Repubblica di Venezia, che nel 1593 ordinò di distruggere i villaggi presenti in questa zone per far posto a una fortezza posta a difesa dei suoi confini orientali in Friuli, contro le incursioni dei Turchi (che avevano attaccato e razziato la pianura friulana per ben sette volte tra il 1470 ed il 1499) e per arginare le mire espansionistiche territoriali degli Arciducali. Infatti il confine tra Venezia e l'Impero Asburgico passava per il limitrofo comune di Visco e questa era sempre stata una zona strategica.
Concepita come perfetta macchina da guerra, la sua progettazione e quindi la sua forma di stella a nove punte fu determinata da motivi di ordine militare e attentamente studiata dai migliori ingegneri e architetti di cui la Serenessima disponeva e tra i quali spiccava il Soprintendente Generale Giulio Savorgnan. La città è dotata di tre cerchie di fortificazioni, delle quali l'ultima fu portata a termine nel periodo napoleonico. Dal 1815 al 1866 la città fu dominio austriaco, poi passò all'Italia assieme al Veneto e al Friuli occidentale. Nel 1960 Palmanova è stata proclamata "Monumento Nazionale".
Gorizia (Gurize in friulano, Gorica in sloveno, Görz in tedesco) è un comune di oltre 36.000 abitanti, capoluogo dell'omonima Provincia, posto sul confine italo-sloveno. Ha assunto nei secoli il titolo di "Capitâl dal Friûl Orientâl", ossia Capitale del Friuli Orientale.
Il nome Gorizia deriva dal sostantivo slavo gora, come diminutivo gorica, e significa piccolo monte. Si tratta di un toponimo molto diffuso nelle zone con presenza della lingua slovena.
In tempi antichi (II secolo AC), Trieste diventò colonia romana con il nome di Tergeste. Essa prosperò sotto i romani e dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente fu sotto il controllo di Bisanzio fino al 788, quando passò sotto il controllo dei franchi. Nel XII secolo divenne un comune libero e dopo secoli di battaglie contro la rivale Venezia, Trieste si pose sotto la protezione (1382) del duca d'Austria conservando però una certa autonomia fino al XVII secolo.
Nel 1719 divenne porto franco ed in quanto unico sbocco sul mare dell'Impero Austriaco, Trieste fu oggetto di investimenti e si sviluppò diventando, nel 1867, capoluogo della regione del Litorale Adriatico dell'impero (il "Küstenland"). Nonostante il suo stato privilegiato di unico porto commerciale della Cisleitana e primo porto dell'Austria-Ungheria, Trieste mantenne sempre in primo piano, nei secoli, i legami culturali e linguistici con l'Italia; infatti, anche se la lingua ufficiale della burocrazia era il tedesco, l'italiano (o meglio un suo dialetto), dialetto di tipo veneto che nel corso del secolo XVIII sostituì il tergestino (l'antico dialetto di tipo ladino friulano), e rimane fino a tutt'oggi la lingua più parlata dagli abitanti.
Dopo l'avvento del fascismo iniziarono per le popolazioni slovene e croate rimaste nei confini del Regno d'Italia tentativi di snazionalizzazione e di assorbimento culturale da parte italiana. Nacque in queste terre il cosiddetto "Fascismo di frontiera", precursore di quello che sarà il fascismo a livello nazionale. Questi fatti furono il preludio alle tragiche vicende del dopoguerra.
Nel periodo che va dall'armistizio (8 settembre 1943) all'immediato dopoguerra, Trieste fu al centro di una serie di vicende che hanno segnato profondamente la storia della città e della regione circostante e suscitano ancora oggi accesi dibattiti. Durante l'occupazione nazista la Risiera di San Sabba- oggi Monumento Nazionale - venne destinata a campo di prigionia e di smistamento per i deportati in Germania e Polonia e a campo di detenzione ed eliminazione di partigiani italiani e slavi, detenuti politici ed ebrei.
Le rivendicazioni jugoslave e italiane nonché l'importanza del porto di Trieste per gli Alleati furono la spinta nel 1947, sotto l'egida dell'ONU, alla istituzione del "Territorio libero di Trieste" (TLT), in pratica uno stato a sé. Per l'impossibilità di nominare un Governatore scelto in accordo tra angloamericani e sovietici, il TLT rimase diviso in due zone d'occupazione militare: la Zona A amministrata dagli Alleati e la Zona B amministrata dagli jugoslavi. Questa situazione continuò fino al 1954 quando il problema venne risolto semplicemente spartendo il territorio libero di Trieste secondo le due zone già assegnate: anzi, furono incorporate alla Jugoslavia alcuni villaggi (Albaro Vescovà, San Servolo, Crevatini, Plavia e Valle Oltra) del comune di Muggia, arrivando fino ai monti che sovrastano la periferia della città. Tale situazione provvisoria fu resa definitiva nel 1975, col Trattato di Osimo intercorso tra Italia e la allora Jugoslavia.
Il Castello di Miramare (forma italianizzata dell'originale spagnolo Miramar) venne costruito per volere di Massimiliano d'Asburgo, arciduca d'Austria e imperatore del Messico, per farne la propria dimora da condividere con la moglie Carlotta del Belgio.
Si affaccia sul golfo di Trieste, a pochi chilometri a nord della città omonima e fu realizzato dall'architetto viennese Carl Junker tra il 1856 ed il 1860.
È circondato dal un grande parco(22 ettari) caratterizzato da una grande varietà di piante, molte delle quali scelte dallo stesso arciduca durante i suoi viaggi attorno al mondo che fece come ammiraglio della marina militare Austriaca.
Nel parco si trova anche il castelletto, un edifico di dimensioni minori che funse da residenza per i due sposi durante la costruzione del castello stesso, ma che divenne di fatto una prigione per Carlotta, quando perse la ragione dopo l'uccisione del marito in Messico.
Il toponimo deriva dal latino Sixtilianum. Secondo molti studiosi fu proprio in questa località che ebbe sede il primo insediamento romano della provincia di Trieste. In essa vi sarebbe anche stato uno scontro armato tra le truppe romane provenienti da Aquileia e la popolazione autoctona degli Histri.
Durante la dominazione romana la località accoglieva i patrizi triestini che vi si recavano per la villeggiatura, tanto che alla periferia del paese vi sono i resti di una villa romana. Nella baia vi era sede di alcune cave, aperte nel II sec. d.C., che servivano per la costruzione e l'ampliamento delle vicine città , anche se probabilmente la baia stessa venne utilizzata come porto da popolazioni pre-romane già dal II sec. a.C..
Nel corso del Cinquecento divenne teatro di contoversie confinarie tra i signori di Duino e il Comune di Trieste. All'epoca la località veniva chiamata anche Cessiana o Cisigliano.
Alla fine dell'Ottocento fu dato impulso al turismo con la costruzione di alberghi (Strandhotel, Parkhotel) nella Baia, portandola ad essere con Grado ed Abbazia una delle più rinomate località della Riviera Austriaca. Nel corso della prima guerra mondiale la baia venne utilizzata come base della marina austrungarica, mentre nel corso della seconda fu base di sommergibili della Kriegsmarine tedesca.
Oggi è la frazione maggiormente abitata del comune; è posto al suo interno l'insediamento di Borgo San Mauro, sorto negli anni cinquanta-sessanta per ospitare i profughi istriani.